Vuoto

Horror Vacui.

Troppe parole caotiche, eccessive, non servono a trasmettere ma semplicemente a riempire uno spazio, a dare l'illusione che sia pieno e pregno.
Basta.
Di fronte questo abuso della parola, del suono, del colore, ammassati con la sola funzione di scacciare un'atavica paura, io trovo più eloquente
Il Vuoto.

29 Settembre

La Volpe e l'Uva



Eccola la. L'uva. Così bella. Così lontana.
Dio sa quanto vorrei averla. Ma è così lontana... 
A volte mi sembra irraggiungibile, e penso che forse non ci arriverò mai. 
A volte però il mio cuore si illumina di speranza.
E allora sogno il momento in cui finalmente spiccherò il balzo e la prenderò.
E sarò felice. 
Ma intanto vedo gli altri attorno a me raggiungere la loro uva. Quanto li invidio... 
Alcuni la raggiungono facilmente, sembra che siano nati per farlo. Sembra quasi che la vite si curvi verso di loro mentre spiccano il balzo, e che l'uva si chini dolcemente, per farsi prendere da quelle labbra. E' un movimento melodioso, leggero. 
La maggior parte però deve compiere più tentativi, non sempre gli va bene.
A volte prendono di mira uva che sta troppo in alto e cadono scomposti cercando di prenderla, altre volte la sfiorano e sembra che stiano per coglierla prima di scivolare e precipitare a terra. 
Anch'io una volta sono riuscto ad afferrare un paio di gustosi acini prima di rovinare al suolo. Penso che l'uva sia la cosa più straordinaria che esista. Penso di averne bisogno. 
Ma cadere, cadere è doloroso.
I più determinati però continuano a tentare, e alla fine molti di loro riescono nella loro impresa.
Io no. Io non tento nemmeno. Io ho paura. Paura di cadere, paura di sbagliare e, forse, paura dell'uva stessa. 
E finisco per ripetermi “è acerba. Quando sarà matura cadrà da sé” mentre resto a guardarla dal basso.
Ma in fondo non ci credo veramente. In fondo so che dovrei saltare. 
E ancora oggi resto qui a fissarla, mentre il vento primaverile scompiglia il mio pelo fulvo e la Primavera scompiglia il mio cuore.


giovedì 21 maggio 2009

1 Comment:

Anonimo said...

Penso sia ciò che di più personale hai scritto, e già il fatto che tu l'abbia fatto ti ha avvicinato di un pelo all'uva.

Ci sono volpi ossessionate dall'uva, non riescono a pensare ad altro. Finiscono epr non pensare neanche all'uva stessa, quanto piuttosto al fallimento che riceverebbero se non riuscissero ad afferrarla. Volpi paralizzate.

La mia esperienza di volpe mi ha insegnato che la bellezza non sta tanto nell'afferrare o meno l'acino, quanto nella rincorsa, nel chiudere gli occhi prima del salto, nello staccarsi dal suolo non sapendo ancora come andrà a finire, nel sentire l'aria scompiglarti il pelo. Qualsiasi cosa accadrà alla fine di quel salto è certo che sarai una volpe diversa, magari ferita, magari delusa, ma magari anche un filo più grande, più capace di compiere balzi, sempre che ci sia un uva per cui valga la pena farlo.

Quindi, rossopelo, quando senti lo stimolo al salto, essenzialmente fottitene della possibilità di precipitare al suolo, perchè ti assicuro che mentre salterai ti sentirai così vivo che non ci sarà caduta che potrà portarti rimorso della tua scelta.

 
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