Vuoto

Horror Vacui.

Troppe parole caotiche, eccessive, non servono a trasmettere ma semplicemente a riempire uno spazio, a dare l'illusione che sia pieno e pregno.
Basta.
Di fronte questo abuso della parola, del suono, del colore, ammassati con la sola funzione di scacciare un'atavica paura, io trovo più eloquente
Il Vuoto.

29 Settembre

Rivelazioni

Il tentativo di inquadrare il mondo in uno schema non è differente dal tentativo di disegnare la forma del mare.

Ricercare il perché della vita è voler sapere perché il fiume ha tanta voglia di raggiungere l'oceano.

domenica 6 dicembre 2009

La Volpe e l'Uva



Eccola la. L'uva. Così bella. Così lontana.
Dio sa quanto vorrei averla. Ma è così lontana... 
A volte mi sembra irraggiungibile, e penso che forse non ci arriverò mai. 
A volte però il mio cuore si illumina di speranza.
E allora sogno il momento in cui finalmente spiccherò il balzo e la prenderò.
E sarò felice. 
Ma intanto vedo gli altri attorno a me raggiungere la loro uva. Quanto li invidio... 
Alcuni la raggiungono facilmente, sembra che siano nati per farlo. Sembra quasi che la vite si curvi verso di loro mentre spiccano il balzo, e che l'uva si chini dolcemente, per farsi prendere da quelle labbra. E' un movimento melodioso, leggero. 
La maggior parte però deve compiere più tentativi, non sempre gli va bene.
A volte prendono di mira uva che sta troppo in alto e cadono scomposti cercando di prenderla, altre volte la sfiorano e sembra che stiano per coglierla prima di scivolare e precipitare a terra. 
Anch'io una volta sono riuscto ad afferrare un paio di gustosi acini prima di rovinare al suolo. Penso che l'uva sia la cosa più straordinaria che esista. Penso di averne bisogno. 
Ma cadere, cadere è doloroso.
I più determinati però continuano a tentare, e alla fine molti di loro riescono nella loro impresa.
Io no. Io non tento nemmeno. Io ho paura. Paura di cadere, paura di sbagliare e, forse, paura dell'uva stessa. 
E finisco per ripetermi “è acerba. Quando sarà matura cadrà da sé” mentre resto a guardarla dal basso.
Ma in fondo non ci credo veramente. In fondo so che dovrei saltare. 
E ancora oggi resto qui a fissarla, mentre il vento primaverile scompiglia il mio pelo fulvo e la Primavera scompiglia il mio cuore.


giovedì 21 maggio 2009

Primavera

Si respira ancora

l' aria, la vita.
Dentro e fuori di me
la contraddizione.

sabato 2 maggio 2009

Amour

Ti odio

come si odia ciò che si vuole avere

ma non si riesce ad avere

e allora soffri e ti angosci, ti disperi e piangi

e chiedi conforto a dio

ma dio non ti risponde

e chiedi conforto agli uomini

ma gli uomini non possono capirti

e chiedi conforto a te stesso

ma guardando dentro di te vedi solamente

una voragine oscura

e gridando dolore dentro a quel pozzo

non ricevi altro in risposta

che l'eco delle tue paure.

lunedì 27 aprile 2009

Visioni sconcertanti causate dal delirio della febbre e da un malessere viscerale.

Un Pinocchio di legno marcio sbattuto nel fango, tutto coperto da un sudario di grasse larve che escono dalle sue stesse piaghe.

..KqWfesztkeehh LlleTterrrerreRe Nnonhh RhiesKhonnnononononoNO afffahrKa-mhh-PphireeEh Kvfellflo QwuEèh Vorrrrhehehei ExszpRhimerrrvihihihi...!

MisssS Serveheheh
AllTrooooOò.

[Aldilà]

E sento di nuovo la sua lingua nella mia bocca
penso che sia sempre stata lì
penso che sia il suo posto

E mentre lei mi morde
io mordo lei
e capisco che la amo,
per ora.

#Fetore Denso, di muffa#

“A Washington una madre ha cercato di divorare il proprio figlio subito dopo averlo partorito. Sono segni –
Iä! Shub-Niggurath! Il capro nero dei boschi dai mille cuccioli! – I tempi stanno cambiando”



..Eéh Uhnwah GgGabhbbbiaAah..
..Sesserrrvehe AaAltrrrooH - Perer ExszprimmmereHHh...

L'immagine:
Il suono prodotto da due corpi umani che si schqiantano alla velocità di 600 Km/h.

giovedì 2 aprile 2009

Le mani della Terra

Sono gli Alberi
le mani della Terra,
che protendono
lunghe dita sottili
verso il Sole,
cercando di sfiorarlo,
cercando di afferrarlo
cercando di toccare
quel volto luminoso

domenica 22 marzo 2009

Limerick

So di un pavone sul lago di Lodi
che rivendeva le piume per chiodi
ed alla fine rimase pelato
simile assai ad un lego chiodato
quel bel pavone del lago di Lodi

lunedì 16 marzo 2009

Rorschach


"Siedo sul letto.
Guardo la macchia di Rorschach.
Cerco di fingere che assomigli a un albero con l'ombra sotto i suoi rami, ma non è così.
Assomiglia sempre più a un gatto morto che trovai un giorno, con i vermi lucidi che gli si contorcevano sopra cercado freneticamente di togliersi dalla luce.
Ma anche questo vuol dire evitare il vero orrore.
L'orrore è questo: alla fine, è solo la raffigurazione di un'oscurità vuota e priva di senso.
Siamo soli.
Non c'è altro."

Da: WATCHMEN - Moore, Gibbons

sabato 14 marzo 2009

Un Classico Del Nonsense

Siamo figli delle Stelle e pronipoti di Sua Pucciosità, l'incudine gioiosa.

Atto III:

Camillo l'untone si burleggiò del dingo speziato che si era vergognato della permanente del lampione Arcibaldo, che però era il cugino del succo al trattore che spezzò il pane e disse: questo me lo pappo io! Che andando sempre contro corrente in quanto monco si tuffava, che poi era anche la parte giusta della scimmia al neon. Allora Merlino si tenne la barba del gatto, gran maresciallo degli ornitorinchi, secondo la terapia del barboncino di legno, senza però per questo demolire il ghiacciolo del centopercento verso destra che era dove si correva nudi. All'allarme si ridipinse la cicogna anche perchè non era mai stata rasata più con cautela che con costanza, più o meno come tutte le uvette.

Atto XXVV

A differenza delle precedenti carestie, il mistero del colbacco provocò soprattutto pesci in faccia agli orsi e fu in gran parte simpatizzante della Barbolandia occidentale, nella provincia di Zafferanopoli. Fu tuttavia parte di una più vasta serie di gare di lancio del cinghiale e di competizioni di leccata del sale che colpirono l'isola tra la 23° vertebra e la 5° scapola. Anche altre nazioni sperimentarono in quel periodo danze di gruppo vaticane e festival di Sanremo, con alcuni climatologi che asseriscono che inusuali tartine al burro di lupo contribuirono a diffondere malattie veneree tra le piante o gli zufoli mannari. A coronamento di questa catena di sciarade, quello particolarmente strano condusse ad un 'lumacodonte'.

Attopardo

Il lupacchio (detto anche tricobanfero) si ammalgamò dal peridotto: non che il rapper fosse talloppide col guscio, ma l'assalto si concluse con un gran rotolotto di gatti. Zamblato dal trambusto, l'orsocane sbruffologo ribadì l'offolonia cammellogica, serrando l'attuppatoio; derrata soprattutto addestra. “Lucchettaro di monte si splatta sul ponte”. Non fare il ciufolotto – disse la nonna a Vanvera – non ripetere ripetutamente le ripetizioni ripetute ripetere ripetute rip... Oh, Rinfusaio malignoso! Tu riprendesti l'accozzamento col suppostone telematico! Eqquindi che non t'appicchi al dingo?



L'incudine gioiosa

lunedì 9 marzo 2009

Perifrasi sulla Gnoseologia

Tanto più accurata è la ricerca gnoseologica, quanto più la tratta ideologica assume un carattere prettamente metafisico, non già paragonabile all'oppugnabilità dell'essere incompreso e perciò denaturato della sua entità trascendentale, ma piuttosto in quanto emblema universale di un passaggio ideologico-associativo che permette al singolo di superare l'evidente inadeguatezza fisica per trascendere all'empirica e nondimeno speculare osmosi dell'Io.

Se la forma in quanto idea si opponesse alla sostanza privata di ogni caratteristica eccessivamente costitutiva, si avrebbe una situazione di fatto in cui è indimostrabile ma innegabile che fintanto che A=G e F%Z allora la scomposizione concettuale della mediazione paradigmatica non potrebbe perdere il suo pragmatismo caratteristico nemmeno destrutturandone la prassi organica comparativamente al termine in quanto tale. Pur non contraddicendo il principio generale-particolare, tale risposta non deve essere valutata in termini epistemologici ma piuttosto in un'unica trazione ascendentale verso una collettività più organica, a questo punto, che paradigmatica.

venerdì 6 marzo 2009

La Prosa

Abbandono cibernetico

stridio di nervi incerti
unica speranza di un lascito dissolto

Simbolo allettante
manto di un giorno nuovo
prigione, quella vera, del vuoto

Carne odorosa
rimpianto sopito
bocca dischiusa
in un bacio nascosto

addio, livido mio
profumo di passato vago
grande e indescrivibile.

metamorfosi incompiuta:
nello scrigno stava il velo!
metamorfosi passata:
la lama tra le mani.
metamorfosi voluta:
non era. non è.
metamorfosi lasciata:
ora.


 
blog presentato da: Kerataal
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